Milano Design Week 2025, noi c’eravamo ecco come è andata
Giovani visioni e mani sapienti
La Milano Design Week 2025 ha messo in luce un nuovo protagonismo del design emergente, dove la manualità artigiana incontra la sperimentazione contemporanea.
Al SaloneSatellite, spazio dedicato ai talenti under 35, ha brillato FuoriSerie, progetto promosso da QuattroPuntoZero, come vi abbiamo raccontato nel numero precedente. I giovani designer-artigiani Marco Barillà e Giorgia Bonaccorso hanno presentato due oggetti unici, uno dei quali premiato, che fondono tecniche tradizionali e ricerca estetica contemporanea, dimostrando come la formazione nei mestieri d’arte possa generare innovazione. Il salone ha offerto l’occasione anche per conoscere meglio il mondo del design e trarne ispirazione per Quattropunto zero. Tra i designer emergenti in mostra: Filippo Andrighetto con Veliero, libreria modulare senza colle né viti, Anna Arpa, arredi eleganti in legno massello a incastro, Juan Cortizo / Quíbor, premiato per la fusione tra artigianato venezuelano e design attuale, Studio Silva, con progetti ambientali e sostenibili, Sebastián Ángeles e la collezione Frequency, ispirata al suono come forma emotiva, Orionte_Studio, lampade scultoree tra materia e poesia.
A Villa Mozart, la mostra Doppia Firma, curata da Fondazione Cologni e Living, ha riunito 20 coppie di designer e artigiani, dando vita a oggetti unici che uniscono sapere manuale e visione contemporanea, attraverso materiali nobili come vetro, legno e ceramica.
Al Superdesign Show del Superstudio, curato da Gisella Borioli e Giovanni Lucchini, sostenibilità, inclusione e nuove tecnologie sono state al centro di installazioni e progetti che riflettono su ambiente e società. In mostra anche eccellenze artigiane coinvolte nella formazione di QuattroPuntoZero come Scianna Ceramiche.
Infine, nel distretto 5VIE, Missing Objects ha proposto una delle installazioni più provocatorie della settimana. Curato da Daria Nepop, Caterina Pereira e Gianfrancesco Brivio Sforza, il progetto ha coinvolto 18 creativi internazionali invitati a immaginare oggetti “mancanti” nella nostra quotidianità. Ne sono nate opere poetiche, ironiche e concettuali: una sedia che bacia, una maniglia che non apre, un tavolo per incontri casuali. Una riflessione potente sul ruolo del design come strumento critico, relazionale e immaginativo.
Una settimana che ha celebrato il design come linguaggio del presente e del futuro: artigianale, sostenibile, inclusivo e profondamente umano.
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